A partire dal 2016 è possibile detrarre il 19% per le spese funerarie sostenute per ogni decesso avvenuto nell’anno d’imposta, fino al tetto di una spesa massima di € 1.550,00. Contrariamente a quanto previsto prima di quest’anno, la detrazione è valida anche se la persona venuta a mancare non è un familiare o un parente stretto.
Il limite di € 1.550 di spesa deducibile è valido anche nel caso in cui siano molteplici soggetti a sostenere la spesa. Tali soggetti dovranno quindi ripartirsi la detrazione effettiva. La spesa di 1.550,00 euro può essere ripartita tra più persone, anche se la ricevuta o fattura quietanzata è intestata o rilasciata ad un solo soggetto, previa dichiarazione di ripartizione della spesa sottoscritta dallo stesso intestatario del documento.
Relativamente alla data di sostenimento della spesa, va rispettato il criterio di cassa, ovvero la detraibilità si basa sul periodo in cui è stato effettivamente versato l’importo indicato sul documento contabile.
Le detrazioni sulle spese funerarie sono applicabili anche da un contribuente italiano che si trova a dover sostenere la spesa all’estero.
Le spese detraibili in oggetto sono:
- il versamento effettuato al comune per i diritti cimiteriali;
- la fattura dell’agenzia di pompe funebri (trasporto e sepoltura);
- eventuali spese del fiorista o del marmista;
- necrologi.
Non rientra tra queste spese la traslazione della salma avvenuta successivamente alla tumulazione.
La detraibilità si basa su un concetto di rapporto causa-effetto, ovvero di attualità dell’evento: sono quindi anche detraibili le spese di cremazione.
Non sono invece detraibili le spese di esumazione e quelle di reinumazione, né tantomeno le spese per l’acquisto in vita di un loculo.