Ogni anno la Federutility SEFIT censisce il numero di cremazioni effettuate in ogni struttura crematoria d’Italia, attraverso un rilevamento, unico nel suo genere su scala nazionale, che consente di monitorare questa pratica funebre in modo preciso.
Da questa indagine risulta che il 2012 è stato l’anno in cui si sono superate le centomila cremazioni, con un incremento del 15% rispetto all’anno precedente, a cui si aggiungono all’incirca trentamila cremazioni di resti mortali.
Una delle spiegazioni si trova, tanto per cambiare, negli effetti della Crisi economica che ci ha colpiti negli ultimi anni; le famiglie preferiscono la cremazione alla tumulazione dei loro cari. Accanto alla crisi, un’altra spiegazione è la crescita del numero di impianti in tutto il territorio.
Incrociando questi dati con quelli diffusi dall’ISTAT sui decessi del 2012, si può ricavare che il 16% dei decessi vengono trattati con cremazione, specialmente nelle regioni del nord, dove si riscontra una maggiore presenza di impianti. In Lombardia, infatti un quarto dei morti vengono cremati, e percentuali piuttosto alte le troviamo anche in Piemonte e Veneto.
Italia: nel 2012 la cremazione supera le centomila unità in occasione del funerale